Michele Bravi: -“Inverno dei fiori, la volontà di raccontare l’amore dei tempi moderni”

Michele Bravi, in gara a Sanremo con il singolo “Inverno dei fiori”, nella sua conferenza stampa, ha parlato dell’opportunità datagli per far parlare della sua musica, specificando che per lui, oltre ad essere un’opportunità di crescita, la magia che contraddistingue Sanremo è proprio far ascoltare la propria musica a un pubblico trasversale. Riportiamo le sue parole.

Il mondo dello spettacolo è stato il più colpito da questa pandemia e in questo Sanremo può essere un grandissimo segnale di ripartenza. Quando io salgo sul palco, non vedete solo Michele Bravi, perchè in realtà sto portando il lavoro di tanti professionisti, e questo per me è un onore immenso. La canzone in gara è nata con la volontà di raccontare l’amore dei tempi moderni. Ho trovato nei fiori che nascono d’inverno una bellissima metafora, perchè sono fiori che riescono a spezzare la neve e a far vedere i loro colori al mondo; questo è il vero senso dell’amore, il senso della rinascita. Penso per esempio al calicanto, un bellissimo fiore giallo: la leggenda vuole che l’albero di calicanto fosse completamente spoglio in inverno; un pettirosso cerca riparo ma viene cacciato da tutti gli arbusti intorno, tranne che dall’albero di calicanto che lo accoglie e lo protegge: grazie a questo gesto, sull’albero cade una pioggia di scintille e da quel momento nascono su di lui fiori invernali. La gentilezza è un seme di rinascita ed io ho provato a raccontarlo in questa canzone. 

Il mio incontro con Danny Elfman, compositore che amo da sempre, è stata motivo di grande ispirazione, anche per la scelta della cover, infatti mi sono chiesto cosa succederebbe se Danny Elfman incontrasse Battisti, domanda a cui proverò a dare una risposta nell’esibizione di stasera.

Come hai reagito alla classifica?

-“Sto partecipando a questo Sanremo con un cast eccezionale, e per me non esiste competizione che tenga, mi sto godendo semplicemente questo Festival.”

Domanda sul cinema, come sono andate le esperienze di Coco e Monterossi?

-“Il cinema è sempre stata una mia grande passione e mi rendo conto che la creatività non ha perimetro.”

Hai sempre le stesse emozioni di 5 anni fa?

-“Il Sanremo in cui cantai Il diario degli errori andò benissimo, ma l’ho immagazzinato con tantissima tensione! Quest’anno invece sono arrivato con il privilegio di poter cantare per tutti gli italiani. Più gratitudine, meno tensione!

Tre aggettivi con cui descriveresti il tuo brano?

-“Ti dico tre sostantivi: ascolto, comprensione, empatia!

Com’è stato l’incontro con Ranieri? Sappiamo che non vedevi l’ora..

-“Ogni volta che passava davanti a me, io mi gelavo e non riuscivo a parlare. Poi, prima dell’esibizione, in Red Room, eravamo insieme ad aspettare la nostra esibizione. Ci siamo salutati ed è stato carinissimo! Massimo Ranieri è un performer fantastico!

Ci sono due anime in te: una più fragile e una più istrionica: ti va di parlare di queste due anime?

-“In realtà ho così tante anime che non posso contarle: sono ironico, sono teatrale, sono timido. A me piace raccontare sul palco la fragilità, per questo in questo momento mi sento me stesso come mai prima d’ora.

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